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paio di bagni. Son o ridotto in uno stato! ... Lavoro dalle otto del mattino alle tre di sera. Alle undici, colazione. Alle quattro, pranzo. Il signor
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piú manifestare che una cosa mi piaccia. Egli intanto cominciava a metterle le buccole alle orecchie con mani tremanti. Poi andarono tutti e due davanti
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morale, come lo spiedo delle guardie daziarie alle porte delle città; infatti ricercava tutte le fibre e si ficcava piú oltre. Quando il signor Van
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ritardargli le ore. - Le dodici! Per arrivare alle tre di sera ci voleva addirittura l'eternità -. Il caminetto scoppiettava nel salottino con
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disinganni? Ma chiudevo gli occhi, mi stringevo alle spalle e lasciavo fare al cuore; ero troppo esaltato da dar retta alla ragione. E forse è bene
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aggiungeva grazia alle cose da lei scritte, ne faceva spiccare la freschezza, la sincerità, dando alla parola muta l'attrattiva della parola parlata
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abbottonarsi un guanto, seguiva con occhi innamorati i colpettini lesti lesti dati qua e là al cappellino e alle ciocchettine dei capelli arruffate sulla
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nasino un po' rivolto in su e alle labbra tumide e fresche, che si chiazzavano di macchioline bianche sotto la irrequieta pressione dei dentini. Ella
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invincibile ribrezzo dei vestiti che trovavasi in dosso; poi, una pazza paura che non le si fossero appiccicati alle carni per perpetuare la sua onta
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stazione; e la signora Rosati sentiva uno sbalordimento strano alle scosse del legno sull'acciottolato delle vie. Quelle scosse le si ripercotevano nel
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dimezzato, ridotto alle mani di una grullaccia di serva che faceva prendere il bruciaticcio al desinare e non spolverava mai, né levava mai un ragnatelo
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tremolanti per l'aria portati via dal vento e andavano a perdersi tra le fronde degli alberi e in mezzo alle aiuole del sottoposto giardino. Il pianoforte
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frequentemente - non voleva lasciarla alle mani della donna di servizio. Gli Artale rimasero soli lassú. Il signor Carlo non riusciva a levarsi dagli occhi
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, alle imprecazioni, alle lette re di questa natura: "Mostro! Quel ch'io soffro, non lo saprete mai!" Infatti, non l'ho piú rivista ... Era bella, proprio
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le braccia; e guardava attorno, smarrito: - Non credeva ancora alle sue orecchie! - La camera era inondata di luce. Per le aperte invetriate un
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voce dolce, carezzevole tanto da potermene accorgere alle poche sillabe pronunciate. - Era bella? Naturalmente mi figuravo di sí. Le davo degli occhi
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, senza badare né ai luoghi, né alle persone. In quelle passeggiate di qualche ora, la figlia, alta e magra, tutta suo padre, e che mostrava
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con le spalle appoggiate alle soglie, le mani sul seno o ciondoloni, ciarlanti da un uscio all'altro, dalla via e dalle finestre, e che ridevano o
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lontane, e davano un'intonazione dolcemente serena alle campagne circostanti, mare di messi ondeggiante al venticello vesperti no. Quel vasto silenzio
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, passate in casa dalla mattina alla sera, con lunghi riposi su per le soffici poltrone del salottino o alle finestre dell'appartamento che davano sulla via
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! ... Un galantuomo doveva rinunciare alle dolcezze della famiglia se non voleva morir disperato, di pura fame! ... Il mondo andava a rotoli! So lo i
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occhi. - Ma, a seconda - risposi - Vi son delle persone alle quali non si può mai dire di no. - A una sconosciuta non la cederebbe dunque? - Perdoni
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bonariamente alle vivaci domande di quelle due bionde testoline. - Domine, bona dies - disse Hermann dietro il cancello, togliendosi di capo il
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a ogni parola, a ogni frase, le scendevano fino alle labbra, ed ella se le beveva con voluttà, impedendo che Eugenio gliele asciugasse: - No, lasciami
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luce, lieti di far cosí sotto quel cielo raggiante del piú bel sole di maggio, in quella solitudine della collina, dirimpetto alle montagne seminate di
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con notevole precisione. Ricordavo benissimo di aver veduto quella donna in Firenze quattro o cinque volte, non piú, sui Lungarni, alle Cascine, a
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confidenze, sarei forse sicura di esser creduta? Lei, dal canto suo, non ha davvero nessuna ragione di prestar fede alle mie parole. Le infelici mie pari
Accademia della crusca
